I Verdi si rallegrano per le dichiarate intenzioni della Giunta di demolire finalmente l’orribile colata di cemento che manomette piazza Guido da Montefeltro.
Quella oscenità è totalmente incongrua ed incompatibile con il San Domenico, in quanto altera il profilo altimetrico dei luoghi, storicamente in piano, nascondendo il Museo e la Chiesa.
Però la decisione separare in 2 tempi l’intervento, facendo sostituire il bunker scoperto prima dell’intera demolizione, dimostra che anche Zattini, Melandri e Cicognani sono caduti nella trappola di chi vuole conservare la barcaccia ritenendola …. un’opera d’arte.
Procedere in due tempi allontanerà per sempre il completamento del progetto, rinviandolo solo sulla carta: questo espediente tecnico serve solo per superare il No della Sopraintendenza e la normativa sugli appalti , che richiedono il progetto definitivo.
Questa amministrazione non sembra voler lavorare in discontinuità con quelle precedenti, che hanno tentato di tutto per mantenere in piedi la barcaccia, anche gonfiando in maniera inverosimile nelle previsioni i costi della sua sostituzione, che invece si poteva fare con le somme già a disposizione del Comune, come hanno dimostrato tecnici competenti ed indipendenti.
Per 12 anni sono rimasti inutilizzati 1,5 milioni di euro destinati al progetto, tentando di cambiarne destinazione per ben due volte, nonostante la Soprintendenza e il Mibact abbiano più volte e con nettezza affermato che si “… ritiene presupposto indispensabile per la riqualificazione del contesto in esame, la creazione di un tessuto connettivo fra le varie realtà architettoniche ed urbane esistenti, attualmente separate dalla presenza del parcheggio sopraelevato e sotterraneo che costituisce di fatto una cesura non solo fisica ma anche concettuale e che pone in particolare il complesso di San Domenico come adagiato su una innaturale piattaforma con conseguente effetto di distacco visivo dal contesto circostante…”.
Se si farà prima la parte scoperta occorrerà comunque mettere mano con opere alla barcaccia, in maniera inutile se veramente si volesse in un secondo tempo demolirla: A quanto ammontano le spese per questi interventi? Che avrà da dire in proposito la Corte dei Conti? Pare chiaro che la volontà nascosta sia quella di tenerla in piedi.
Non riusciamo a comprendere perché il Sindaco non abbia il coraggio di muoversi in discontinuità con le amministrazioni precedenti su questo tema, con un progetto innovativo e libero dai legami malinconici di chi ha voluto realizzare questa opera negli anni ’80.
Europa Verde Forlì ritiene prioritario il completamento del progetto, a partire dalla realizzazione del 4° lato mancante del San Domenico e dalla totale demolizione del cemento che lo nasconde alla vista della città.
Forlì, 11 novembre 2019