L’Italia è un paese fragile ed altrettanto fragile è il suo patrimonio edilizio, in gran parte tirato su alla meglio, dalla speculazione selvaggia degli anni del boom e dall’abusivismo. Negli anni, progressivamente, è stato di fatto eliminato ogni controllo o verifica e gli interventi sono stati effettuati spessissimo senza tenere in alcun conto la scienza e l’arte del costruire, da maestranze improvvisate e da tecnici con pochi scrupoli.

Rispetto a quanto avevamo conosciuto fino ad ora, il sisma ha colpito duramente il sistema produttivo facendo crollare capannoni industriali, rendendone inagibili altri, creando danni gravissimi alla occupazione e alla produzione, essendo stata del tutto ignorata la incapacità delle strutture industriali realizzate dalle nostre parti a resistere alle sollecitazioni orizzontali di un sisma.

Da allora sono stati classificati nuovi territori, sono state rafforzate, seppure con ritardi e resistenze, le regole da applicare nelle nuove costruzioni e negli interventi che riguardano quelle esistenti ma nulla ha riguardato le azioni necessarie per mettere in sicurezza l’enorme patrimonio edilizio costruito in precedenza e su cui nessuno, per incomprensibili motivi, intende operare.

Le risorse finanziarie messe a disposizione per la ricostruzione riguarderanno necessariamente gli edifici colpiti e danneggiati dal sisma mentre quelli che non hanno riportato danni saranno esclusi dalle provvidenze.

È necessario però che venga avviata contestualmente alla ricostruzione anche una azione di consolidamento, rafforzamento e messa in sicurezza del patrimonio edilizio che , pur non avendo subito danni, è comunque vulnerabile, avviando così concretamente quella azione di prevenzione necessaria ma mai attuata in modo sistematico e generalizzato.

A tale proposito i Verdi suggeriscono di prevedere, per le sole verifiche strutturali, per le progettazione degli interventi di riduzione del rischio sismico e per la loro attuazione, il ricorso al meccanismo delle detrazioni fiscali, introdotto nel nostro ordinamento dal primo Governo Prodi, elevando però la percentuale delle detrazioni al 55-60 %, con IVA agevolata al 4% e stabilendone l’applicazione delle detrazioni alle sole opere antisismiche, in un tempo assai breve di non più di 3 o 4 anni.

Si otterrebbe così anche l’obiettivo di far ripartire l’economia favorendo gli interventi edilizi in considerazione dei luoghi e delle condizioni degli edifici, della loro esposizione ai rischi sismico, delle modalità in cui sono avvenute le progettazioni, sono state rilasciate le autorizzazioni e effettuati i controlli, prendendo a riferimento la vulnerabilità di ciascuna costruzione.

SISMA: RISOLUZIONE E-R, LEVA FISCALE PER AFFRONTARE RISCHIO PRESENTATA DA SEL-VERDI, PD, FDS E IDV
(ANSA) – BOLOGNA, 14 GIU – Proporre al Governo di prevedere le detrazioni fiscali pari al 55% per gli interventi per mettere
in sicurezza gli edifici dal rischio sismico, con l’Iva agevolata al 4%, stabilendo che la detrazione avvenga in non piu’ di tre anni: lo prevede una risoluzione presentata in Regione da Gabriella Meo e Gian Guido Naldi (Sel-Verdi), Marco Monari (Pd), Roberto Sconciaforni (Fds) e Sandro Mandini (Idv). ”Questo intervento fiscale – scrivono – sarebbe opportuno in considerazione della strategicita’ dell’azione di prevenzione e del suo effetto positivo nei confronti della situazione di
rischio sismico in cui versa gran parte del territorio italiano. Al Governo si chiede, inoltre, di prolungare fino al 2020 le
detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici”. Il documento affronta gli impegni necessari per fronteggiare l’emergenza riferita alle scosse telluriche e una coerente ricostruzione, chiedendo garanzie affinche’ i diversi tipi di intervento siano programmati secondo sequenze logiche e in modo contestuale. I lutti e l’entita’ delle distruzioni impongono che l’Italia metta in atto una diffusa e capillare azione di prevenzione, estesa a tutte le aree sottoposte a rischio
sismico, cosi’ da evitare nel futuro il ripetersi di quantoavvenuto”. In Emilia-Romagna, insieme alla ricostruzione, ”va
avviata un’opera di prevenzione, cioe’ di consolidamento, rafforzamento e messa in sicurezza del patrimonio edilizio che pur non avendo subito danni appare comunque vulnerabile. Questa azione avrebbe anche lo scopo di far ripartire l’economia”. Percio’, scrivono i consiglieri, ”e’ necessario introdurre nel nostro ordinamento un meccanismo di detrazioni fiscali per
la sola riduzione del rischio sismico, per le verifiche strutturali, per la progettazione degli interventi e la loro attuazione, in analogia a quanto fatto per incentivare la riqualificazione energetica degli edifici”. (ANSA).

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