Il dibattito, utilissimo, dopo il primo blocco del traffico evidenzia contraddizioni più apparenti che reali fra i provvedimenti in essere: quali effetti? Blocco inefficace? Quali interventi strutturali? Eccâ�Š
Il blocco del traffico è una misura contingente che serve e viene adottata SOLO per contrastare l’emergenza sanitaria (non di mobilità  ), prodotta dal continuo superamento dei limiti di legge sulla presenza delle polveri ultrasottili nell’aria che respiriamo.
Gli interventi strutturali, al contrario, sono interventi per modificare la mobilità  e, in particolare, per favorire modalità  di spostamento diverse dall’uso dell’auto privata: trasporto pubblico, piste ciclabili, percorsi pedonali, zone 30, rotatorie per fluidificare il traffico, incentivi per trasformare le auto a benzina in auto alimentate a gpl o gas metanoâÂ?Š.
Gli uni non sono in contraddizione con gli altri ma si attuano – come avviene a Forlì – contemporaneamente proprio perché integrativi ed entrambi necessari.
La richiesta di interventi strutturali – condivisa ovviamente e perseguita nei fatti dall’Amministrazione Comunale – non può diventare però una sorta di “richiamo” fine a sé stesso!
Anche gli interventi strutturali – da tutti voluti a gran voce – trovano ostacolo alla loro realizzazione perché modificano l’uso delle strade, le abitudini consolidate e richiedono collaborazione e disponibilità  al cambiamento.
Fare una pista o un percorso ciclabile, quando si interviene sulle strade esistenti (per le nuove il discorso è diverso perché si possono progettare fin dall’inizio comprendendo tutti gli usi che si faranno di quella determinata strada) può voler dire sottrarre spazio alle auto e, in particolare, alla loro sosta su carreggiata o sui marciapiediâÂ?Š E a questo, spesso, cittadini, commercianti, pendolari, ecc.. si oppongono fermamente.
Potenziare il Trasporto Pubblico non significa solo mettere più corse – anche perché nelle ore di punta i nostri autobus passano ogni 10 minuti – ma garantire che possano rispettare questi tempi e, pertanto, dare loro corsie preferenziali, accesso a zone della città  che non possono essere raggiunte con la propria auto, e così viaâÂ?Š
Sugli effetti del blocco del traffico.
Questi devono impedire che le immissioni di inquinanti continuino come niente fosse in presenza di una criticità  sanitaria.
Quando l’aria è già  satura di polveri è irresponsabile continuare a immetterne. L’effetto perseguito, pertanto, non è quello di far calare automaticamente la percentuale di PM10 sospesa in atmosfera ma ridurne la produzione.
Concordo totalmente con la richiesta delle associazioni di categoria tesa a far sì che i provvedimenti di limitazione della circolazione vengano estesi in maniera omogenea su tutto il territorio provinciale compresi, quindi, tutti i comuni della nostra provincia.
L’inquinamento atmosferico, infatti, non si ferma al cartello “Forlì” o “Cesena” ma si presenta identico su tutto l’agglomerato territoriale che è l’ambito ampio su cui, oltretutto e giustamente, si misura la presenza degli inquinanti. E’ logico – oltre che scientificamente appurato – dire che non c’è differenza fra le polveri presenti nell’aria di Forlì o Cesena e quella degli altri comuni lungo la Via Emilia!
Incentivi.
Lo stato e, in particolare questo governo, non sta dando alcun incentivo a nessuno e tanto meno ai comuni. Anzi manca totalmente, a livello centrale, una qualsiasi politica e/o scelta strategica e strutturale (appunto!) per affrontare il problema dell’inquinamento atmosferico.
Al contrario il Comune di Forlì (ed entro breve anche la Regione Emilia-Romagna) ha stanziato – con risorse del proprio bilancio – 40.000 euro per favorire la trasformazione delle auto alimentate a benzina con carburanti meno inquinanti: gpl e gas metano.
Questi incentivi sono rivolti a tutti i cittadini che hanno auto non catalizzate e, quindi, ancora più inquinanti delle altre.
Non è il primo inverno (e non sarà  l’ultimo) in cui ci si scontra col problema gravissimo dell’inquinamento atmosferico da polveri.
E’ un bene che ci sia questo forte dibattito fra i cittadini ma non esistono rimedi “miracolosi” e le polveri non spariranno (magari, bastasse) con un semplice atto amministrativo.
Anche usare di meno l’auto privata è un provvedimento strutturale.
Andare di più in bicicletta â�Š è un intervento strutturale.
Usare di più il mezzo pubblico â�Š è un intervento strutturale.
Scegliere carburanti meno inquinanti della benzina e del gasolio per la proprio auto o veicolo commerciale â�Š è un provvedimento strutturaleâ�Š
Il mix di azioni è vastissimo e dipende dal contributo di tutti: amministratori in primis ma anche singoli cittadini.
Sandra Morelli, Assessorato Mobilità  Sostenibile Comune di Forlì