Il sindaco e altri si stanno dando da fare per evitare il fallimento di Sapro.
Lodevole iniziativa, dimostrazione di senso di responsabilità, ma che non fa emergere le ragioni di tutto questo.
Non vogliono vedere che Sapro è già fallita , non solo per ragioni economiche ma soprattutto perchè sono naufragati gli obiettivi che la società avrebbe dovuto perseguire.
Ma Sapro non ha fatto tutto da sola, altri, adottando politiche scriteriate l’hanno spinta verso il burrone.
Nell’allegato un breve resoconto, con foto e note, si esemplificano alcune ragioni del perchè di un fallimento, politico prima ancora che economico.
Sono state “Politiche” adottate dalle maggioranze dei diversi comuni, che preferivano le varianti ad hoc ai PRG per l’azienda di turno o che scaricavano ai silenti componentio il consiglio di amministrazione della società in questione le loro demagogiche proposte di industrializzare il nulla o di far comprare terreni di qualche sodale.
A proposito dei silenti componenti dei c.d.a. , molto simili alle tre scimmiette di antica memoria, essi venivano in gran parte dal mondo imprenditoriale e dalle categorie e per un periodo che è costato 120 milioni di euro hanno fatto una allegra politica di debiti e di uso scriteriato del territorio.
Questo dimostra che non si possono affidare politiche di sviluppo o a valenza territorilale a soggetti estranei alla responsabilità politica, mente le conseguenze dei loro comportamenti sbagliati ricadono su una intera collettività.