Con la nomina della nuova giunta che aveva visto la esclusione di Melandri alla cultura, avevamo auspicato un cambio di rotta da parte del Sindaco, abbandonando le sconclusionate iniziative dell’ex assessore.Tuttavia, è bastato poco per comprendere quanto fossero mal riposte le nostre speranze. In questi pochi mesi, infatti, abbiamo assistito alla conferma di una preoccupante continuità con le politiche del passato.
Dietro dichiarazioni roboanti si celano decisioni discutibili, come lo smantellamento di musei esistenti, inspiegabili cessioni di strutture strategiche all’università e la prolungata sottrazione al pubblico di straordinarie collezioni, come quella Verzocchi, e di opere di grande valore, tra cui quelle del Guercino.
Il tutto in assenza di un progetto culturale organico, strutturato con il contributo di esperti e studiosi di comprovata competenza, come accadde in passato, ad esempio, con il celebre progetto per gli istituti culturali di Andrea Emiliani. Questa carenza di visione è stata ulteriormente evidenziata pochi giorni fa, quando, durante la relazione sul programma di mandato in consiglio comunale, il Sindaco non ha pronunciato nemmeno una parola sulla Cultura, certificando il vuoto assoluto che caratterizza l’operato dell’amministrazione in questo settore. Anche il documento poi inviato ai consiglieri ribadisce questa omissione, e nemmeno slogan come “musei multimediali e immersivi” o proposte fantasiose come gli “ologrammi di Verzocchi” potranno colmare questa lacuna, tanto più in assenza di una chiara e coerente direzione strategica, atta a sfruttare al meglio le consistenti risorse messe a disposizione dal PNRR.
Le poche righe dedicate alla cultura fanno riferimento a progetti farlocchi come il “Miglio Bianco”, il “MAGIC” (Museo della Ginnastica) o il “SAN”, che inevitabilmente richiama alla mente il ben più pregiato Sangiovese. In questo contesto, trova spazio anche un intervento, del neoassessore nonché Vicesindaco, che tenta di differenziare la “cultura di destra” da quella a suo parere “ideologica” della sinistra.
Sul piano operativo, nessuno dei tempi precedentemente garantiti per la realizzazione delle opere sarà rispettato: tutti gli interventi sono stati posticipati e molti progetti, inizialmente presentati come imminenti o addirittura già conclusi, sono ancora in fase di sviluppo. Un esempio lampante è il trasferimento della collezione Verzocchi a Palazzo Albertini, per il quale non solo manca il progetto esecutivo, ma recentemente è stata necessaria una variazione di bilancio per aggiungere altri 2 milioni di euro ai costi. Poiché la collocazione in deposito della collezione Verzocchi, causata dal fallimentare progetto di smantellamento del nuovissimo Museo di Palazzo Romagnoli e dai ritardi nei lavori di Palazzo Albertini, l’ha sottratta da troppo tempo al pubblico godimento, è stato deciso il suo trasferimento temporaneo al piano terra del San Domenico. Tuttavia, questa soluzione si scontra con l’inadeguatezza della sede, dove, a ogni pioggia, l’acqua continua a infiltrarsi a causa dell’impluvio della Barcaccia.
Ci saremmo augurati che a tanta confusione potesse porre mano con autorevolezza e competenza un nuovo dirigente del settore cultura. Purtroppo, abbiamo visto che non sarà così: la commissione lascia molto a desiderare, e la sua composizione non garantisce la presenza delle competenze necessarie per una valutazione adeguata dei concorrenti, che tra l’altro non sono nemmeno tenuti a possedere una laurea magistrale. Questo ci fa temere che la commissione possa diventare un mero paravento per premiare chi ha già destinato alla città interventi discutibili, come la controversa installazione al sapor di ruggine situata a Porta Schiavonia.
Maria Grazia Creta e Cristina Mengozzi
Verdi Forlì
0 commenti