PARCO DELTA DEL PO: INTERROGAZIONE DI EUROPA VERDE ALLA GIUNTA PER CHIEDERE CHIARIMENTI SULL’ACQUISTO, DA PARTE DI UNA SOCIETÀ IMMOBILIARE, DI DUE AREE DI PREGIO NATURALISTICO DENUNCIATO DA ITALIA NOSTRA E SULLA CARENZA DI RISORSE DELL’ENTE PARCO CHE GLI HA IMPEDITO DI AGGIUDICARSI QUEL TERRITORIO IN ZONA A
Bologna, 10 agosto 2023 – Il Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna torna a occuparsi del Parco Delta del Po e delle difficoltà di gestione da parte dell’Ente Parco dovute alla carenza di risorse e personale. In risposta alla segnalazione di Italia Nostra, oggi la capogruppo Silvia Zamboni ha depositato un’interrogazione alla Giunta regionale per chiedere chiarimenti sia in merito all’acquisizione, da parte di privati, di un’area di enorme pregio naturalistico compresa nel perimetro del Parco (nota come l’Immobiliare), sia sulle carenze di bilancio che avrebbero impedito all’Ente Parco di agaggiudicarsi l’area.
L’interrogazione, inoltre, riprende l’allarme lanciato nei giorni scorsi da Italia Nostra sui pericoli che corrono l’ecosistema Foce del torrente Bevano e le aree attigue a seguito di una nuova invasiva lottizzazione in località Lido di Classe e Lido di Dante.
Pur essendo tutelati da Direttive europee e leggi, regionali, questi luoghi preziosissimi, sottolinea Italia Nostra, sono minacciati – lato mare – da subsidenza, erosione e innalzamento del livello del mare e – lato terra – da una vasta lottizzazione a Lido di Classe (via del Lombardi) e a Lido di Dante, dove è stata di recente annunciata la realizzazione di edifici per complessivi quasi 7mila metri quadri.
In questo contesto gli problematico, un paio di giorni fa l’associazione aveva evidenziato che – nel totale silenzio di Regione e Comune di Ravenna – l’immensa area (di circa 500 ettari) cosiddetta “dell’Immobiliare” localizzata a Lido di Classe, tra la Riserva e la Pineta di Classe, a seguito di un’asta giudiziaria è stata aggiudicata ad un’altra immobiliare per, si dice, 500mila euro. Una cifra molto modesta e inadeguata per un territorio così prezioso, in passato già preservato da un progetto immobiliare molto invasivo grazie ad una storica battaglia che fece epoca.
Un ulteriore fattore di rischio per questo territorio è rappresentato dalla piattaforma Angela Angelina che dagli anni Settanta continua ad estrarre metano e le cui attività proseguiranno almeno fino al 2027, nonostante le preoccupazioni espresse nel 2021 dalla Regione sui tassi di subsidenza superiori a 15 mm/anno nel tratto di costa interessato.
Lo scorso 8 agosto sul sito internet del Parco è stato pubblicato un comunicato stampa in cui l’Ente che sovrintende alla gestione dell’area tutelata rende noto che “il Parco si è da subito attivato per chiedere mutui alla Cassa Depositi e Prestiti dello Stato ed anche a due banche diverse, inclusa la tesoreria attuale, ma non ci sono stati concessi. La causa? Il nostro irrisorio bilancio – come più e più volte segnalato – a detta delle banche stesse, non offriva sufficienti garanzie per un mutuo di appena 500 mila euro. Ancora una volta la carenza di fondi è alla base di tutte le difficoltà dell’Ente”. Nel comunicato, il Parco dichiara inoltre di aver “bussato a tutte le porte, chiedendo finanziamenti anche agli Enti locali, presentando dossier che illustravano l’importanza del sito e le possibilità di conservazione e valorizzazione dei siti, ma ciò non ha sortito l’apertura di linee di credito. Per tali ragioni, l’Ente Parco ha dovuto “accettare suo malgrado che l’area finisse nuovamente nelle mani di società private”.
“L’ennesima lottizzazione nel litorale di Lido di Classe e Lido di Dante, in un territorio già a rischio, lascia davvero perplessi, tanto più dopo la drammatica alluvione che ha colpito la nostra regione e in particolare proprio la Romagna – dichiara Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e Vicepresidente dell’Assemblea legislativa. “Non si capisce cosa altro debba accadere per fermare il consumo di suolo e rivedere le politiche del territorio. In questo caso specifico, si decide di costruire su un territorio vulnerabile che sprofonda e che rimane ad alto rischio alluvione. Inoltre, come rileva Italia Nostra, si registra un’oggettiva mancanza di spiagge per accogliere i nuovi residenti e vacanzieri ospitati nelle nuove edificazioni. Istituire zone protette e intoccabili e nel contempo cobsentire di edificare nelle immediate vicinanze del Parco è un’oggettiva contraddizione.
Ma c’è di più. La mancata acquisizione da parte dell’Ente Parco dell’area detta l’Immobiliare, acquistata in questi giorni da privati, è stata motivata dalla dirigenza dell’Ente con la mancanza di risorse in bilancio per concorrere all’acquisto. In questi anni ho più volte sollecitato la Giunta regionale a farsi promotrice di un percorso istituzionale tra Emilia-Romagna e Veneto, con il coinvolgimento del ministero competente, per arrivare all’istituzione del Parco unico del Delta del Po. La gestione unitaria di questo territorio e l’assegnazione di maggiori risorse e personale consentirebbero infatti di agire sulla base di una visione e di una progettualità coordinate e di più ampio respiro, indispensabili per garantire il presidio puntuale ed efficace di un habitat unico al mondo, da preservare e da ampliare ulteriormente con l’acquisizione di aree limitrofe a quelle attualmente destinate a parco.
Con l’interrogazione depositata oggi, chiedo alla Giunta se sia stata messa a conoscenza della volontà di acquisto dell’area da parte del Parco Delta del Po; se sia stata interpellata per concedere finanziamenti al fine di evitare che l’area finisse nelle mani di società private; in caso affermativo, per quale ragione è stato negato il finanziamento necessario per consentire al Parco di acquistare la suddetta area. Inoltre, visto che l’Ente Parco Delta del Po sostiene di avere un bilancio irrisorio e di non disporre dell’organico previsto, con l’interrogazione chiedo alla Giunta se condivida queste valutazioni e cosa impedisca di risolvere i problemi di carenza di risorse e personale. Infine, per quanto riguarda l’istituzione del Parco unico del Delta del Po più volte sollecitata da Europa Verde – conclude la consigliera Zamboni – ho chiesto alla Giunta cosa impedisca la realizzazione di questa gestione unitaria che potrebbe garantire maggiori risorse e personale e quindi una gestione più efficace, da parte di Emilia-Romagna e Veneto, di quest’area unica così ricca di biodiversità.
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