L’idea di differenziare le misure per limitare la diffusione della pandemia in base alla situazione del territorio è giusta.

La tutela della salute dei cittadini è prioritaria e va messa al primo posto, e la situazione impone ovviamente di prendere le precauzioni più adeguate possibili, che impattino meno possibile sul lavoro.

Capisco la sofferenza dei ristoratori e delle attività economiche, e credo che il loro grido di dolore vada ascoltato, pur continuando a non sottovalutare il pericolo ed invitando ad usare tutti gli strumenti a nostra disposizione per ridurre il numero di vittime.

Oggi potremmo fare un paio di passi in avanti: il primo sarebbe quello di differenziare le zone a colori a livello provinciale.

Se l’obiettivo delle misure non uniformi è infatti quello di limitare al massimo i contagi, restringendo l’analisi degli indicatori a livello provinciale avremmo risultati più precisi ed efficaci: se in una regione c’è una provincia rossa ed una bianca, è ingiusto fare la media e farla diventare arancione, con il risultato di restringere le possibilità a chi ha meno rischi e di allargarle a chi è più sotto pressione.

Restringere le zone permetterebbe ai cittadini più virtuosi e rispettosi delle direttive di vedere prima i risultati dei loro sacrifici, e limitare tempestivamente il contagio nelle zone che purtroppo stanno vedendo un incremento del rischio.

Il secondo passo da fare sarebbe quello di programmare con più anticipo le misure. Non siamo più ad inizio 2020 ed i contagi hanno andamenti ormai comprensibili e prevedibili, quindi potremmo decidere con più giorni di margine le zone. I DPCM del week-end per il lunedì impediscono qualunque attività di programmazione, aumentano la necessità di cautela negli ordini e contribuiscono pesantemente allo stress delle attività economiche e dei cittadini.

Diamoci delle regole in anticipo e rispettiamole, ritagliamo con più precisione le misure, rispettiamo con buon senso le solite precauzioni che ripetiamo da un anno: solo così potremo vedere più vicina la fine dell’emergenza.

Alessandro Ronchi, Portavoce di Europa-Verde  Forlì-Cesena