Europa Verde apprezza il primo passo compiuto finalmente dal Comune di Forlì volto a mettere a dimora alberi in alcune aree incolte collocate in diverse zone della città.

Pensiamo sia un risultato, per quanto ancora modesto, anche del nostro costante impegno volto a far sì che la città si doti di nuove aree boscate.

Una delle nostre proposte per migliorare la città fu infatti quella di piantare nel Comune di Forlì 120 mila alberi, uno per cittadino, poi sfociata nel progetto adottato dalla Giunta regionale di piantarne 4,5 milioni in Emilia-Romagna, introdotto grazie a noi nel programma di Bonaccini.

Molti cittadini, associazioni e amministrazioni oggi si stanno muovendo per attuare questo progetto regionale, e questo ci rende molto felici ed orgogliosi.

La decisione del Comune quindi è un primo passo positivo, che speriamo sia il primo di tanti futuri interventi, e con spirito di collaborazione vogliamo evidenziare quali sono le lacune ancora da colmare.

Il progetto non può limitarsi ad utilizzare le aree incolte disponibili, ma serve un piano generale 
elaborato secondo le indicazioni la Strategia Nazionale Del Verde Urbano, messo a punto dal  “Comitato per lo sviluppo del verde pubblico” istituito dal Ministero dell’Ambiente in attuazione della legge 10/2013. 

Gli obiettivi devono essere quelli di accrescere la dotazione di verde pubblico con una foresta urbana attorno alle città anche per combattere l’inquinamento, salvaguardare il patrimonio arboreo esistente e valorizzare i viali alberati, moderare la temperatura urbana e riqualificare i parchi esistenti facendo una manutenzione adeguata.

Questa sarebbe certamente un’opera di grande portata che richiede una precisa pianificazione, a partire dalle scelte sulle tipologie di essenze e dei luoghi e terreni più adeguati.

La cosa più importante però è realizzare una serie di infrastrutture territoriali verdi, i Servizi Ecosistemici, che assicurano lo sviluppo del sistema naturale dei territori, la biodiversità e il benessere dei cittadini, la stabilità, fertilità e produttività dei suoli, il mantenimento delle falde idriche, l’assorbimento del carbonio per ridurre il surriscaldamento climatico, la protezione della salute contro gli effetti dell’inquinamento.

Siamo sulla buona strada? Vogliamo augurarci di sì.

Alessandro Ronchi